Defibrillatore: obbligo di legge o di buon senso ???

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Bella domanda Andrea …. e sembrerebbe anche facile la risposta

” BUON SENSO”

invece no o almeno è quello che percepisco dalle affermazioni che sento in giro.

 

Le lamentele sono : “con quello che costano i defibrillatori saremo costretti a chiudere” e ancora ” nessuno a voglia di fare corsi di primo soccorso e di defibrillatore” etc etc .

Certo se lo stato desse dei fondi o comunque degli aiuti per la formazione e le apparecchiature tutto sarebbe più facile, ma a parte questo,  viene fuori quanto l’Italia sia indietro nella prevenzione.

Penso che tutti dovremmo essere in grado di gestire una emergenza e quindi conoscere le tecniche base e le manovre di primo soccorso, ma ancor di più a personale di luoghi pubblici come palestre, associazioni, club, centri sportivi, centri commerciali.

A questo proposito ti invito a leggere questo articolo sulle tecniche base di primo soccorso.

Come gestire una emergenza

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Sotto riporto un articolo per quanto riguarda la legge defibrillatore.

Sicurezza negli impianti: dal 5 febbraio, obbligo di defibrillatore in ogni centro sportivo

Salute, sicurezza, prevenzione. Il ruolo che l’utilizzo di un defibrillatore semiautomatico ha all’interno di un centro sportivo in caso di arresto cardiaco è un fatto acquisito e riconosciuto da tutti. Compreso il Governo italiano: il Decreto del Ministero della Salute del 24 aprile 2013 – pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 20 luglio 2013 e quindi tramutato in legge – ha introdotto l’obbligo di dotazione del defibrillatore e le modalità di gestione all’interno di ogni impianto sportivo. La normativa ha infatti istituito una nuova situazione di utilizzo extraospedaliero del defibrillatore, rivolta esclusivamente alle Società sportive. L’Allegato E del Decreto fornisce delle linee guida con lo scopo di disciplinare la dotazione e l’impiego da parte delle Società sportive, sia professioniste che dilettantistiche, di defibrillatori semiautomatici esterni (DAE). La dotazione dei DAE sarà quindi un obbligo legale, che per i club dilettantistici scatterà il 5 febbraio 2016: per le società professionistiche, il limite massimo per adeguarsi alla nuova normativa era di 6 mesi dall’entrata in vigore della legge, mentre per le società dilettantistiche il termine era stato fissato in 30 mesi. 

Le società saranno anche obbligate a curare la manutenzione del defibrillatore, a nominare un responsabile, a curare i rapporti con il 118, a predisporre il progetto di collocazione dei dispositivi, a formare all’utilizzo dei defibrillatori il personale necessario e a seguire gli aggiornamenti della manutenzione e della formazione. Il mancato rispetto di questi adempimenti rende la società responsabile. Questa responsabilità è, in concreto, dei dirigenti, che risponderanno civilmente e penalmente della mancata presenza del defibrillatore o del suo regolare funzionamento. 

Come ricordato dalle linee guida presenti nel testo di legge (che prende il nome dall’allora Ministro della Salute, Renato Balduzzi), sono circa 60.000 le persone che ogni anno in Italia muoiono in conseguenza di un arresto cardiaco. In caso di arresto cardiaco improvviso un intervento di primo soccorso, tempestivo e adeguato, contribuisce in modo statisticamente significativo e salvare fino al 30% in più delle persone colpite. La legge 3 aprile 2011, n. 120, prevede l’utilizzo del DAE anche da parte di personale non sanitario. I DAE devono essere marcati CE come dispositivi medici ai sensi della vigente normativa comunitaria e nazionale, e resi disponibili all’utilizzatore completi di tutti gli accessori necessari al loro funzionamento.